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FUMO: DIPENDENZA PERICOLOSA

Il tabacco è stato introdotto in Europa nel XVI secolo. Importato in Spagna da Santo Domingo, fu introdotto in Francia dal diplomatico Jean Nicot (da cui deriva il nome nicotina) ed in Inghilterra dagli esploratori Francis Drake e Walter Raleigh. Nel 1885, James Buchanan Duke, industriale e filantropo americano, fondatore della Duke University di Durham (Carolina del Nord), avviò la produzione delle moderne sigarette su vasta scala.

Cosa contiene una sigaretta

Una sigaretta contiene del tabacco essiccato e finemente triturato, degli additivi chimici, della carta che funge da contenitore del tabacco ed un filtro di acetato di cellulosa. Il fumo derivante dalla combustione della sigaretta contiene circa 4.000 sostanze, di cui 3.900 tossiche, di cui almeno 60 cancerogene. Il filtro ferma solo alcune di queste sostanze.

Alcaloide incolore, oleoso e liquido contenuto nelle foglie di tabacco. Si pensi che in agricoltura è adoperata come insetticida. Nell'uomo provoca un aumento della dopamina nel cervello, un neurotrasmettitore che dà un senso di benessere, simile a quello di alcune droghe; aumenta la diuresi, la gittata e la forza di contrazione del cuore senza modificarne il ritmo e la pressione arteriosa. La dopamina precede immediatamente la formazione di noradrenalina e adrenalina, due ormoni dall'effetto stimolante. La nicotina crea dipendenza, come provato da studi scientifici eseguiti tra il 1961 e il 1975 da Herbert Silvette e Paul Larson. L'alcaloide nicotina rende la sigaretta un "prodotto infame": il falso senso di benessere impedisce al fumatore di valutare la tossicità delle altre sostanze contenute nel fumo, più avanti descritte, e disattiva quella naturale repulsione che solitamente un individuo prova nei confronti di sostanze nocive.

Prodotto bituminoso di colore scuro e di consistenza oleosa. Si forma a seguito della combustione della sigaretta. La sua tossicità ed il suo potere cancerogeno sono ormai noti.

Idrocarburo aromatico, liquido ed incolore. Un tempo estratto dal catrame di carbone, attualmente si ricava dalla lavorazione del petrolio. E' cancerogeno.

Idrocarburi policiclici aromatici cancerogeni.

Sono le principali componenti del fumo di sigaretta. Si depositano negli alveoli polmonari favorendo l'azione cancerogena degli idrocarburi policiclici.

Tale gas, prodotto dalla combustione della sigaretta, è antagonista dell'ossigeno: si lega all'emoglobina del sangue prendendo il posto dell'ossigeno. Le cellule del nostro organismo hanno continuo bisogno di ossigeno, e non sanno cosa farsene del monossido di carbonio. La carenza di ossigeno nei tessuti provoca invecchiamento precoce, caduta dei capelli, ingiallimento della pelle, ecc.

La combustione della sigaretta produce diverse sostanze irritanti: acroleina, acetaldeide, acido cianidrico, formaldeide, acido formico, fenolo, cresoli, ammoniaca, ecc. Tali sostanze irritano la mucosa bronchiale, con conseguente aumento della produzione di muco e deciso rischio di bronchite cronica ed enfisema.

Sembra incredibile, ma nel fumo di sigaretta è presente anche questo gas radioattivo. La presenza di tale elemento nelle falde acquifere o nelle terre laviche o tufacee o di granito fa pensare che esso venga assorbito dalle piante di tabacco coltivate in certe zone.

Patologie correlate al fumo

La principale e più grave patologia correlata al fumo di sigaretta è sicuramente il carcinoma polmonare. Tale patologia è responsabile di circa il 90 per cento dei tumori polmonari mortali nei Paesi sviluppati. Nella foto di questa pagina sono rappresentati due polmoni umani: quello a sinistra apparteneva ad un non fumatore; quello a destra ad un fumatore: la differenza è evidente.

Inoltre, la nicotina abbassa il sistema immunitario; in particolare, inibisce i linfociti T e quelli NK, tra i principali killer delle cellule neoplastiche.

Altre patologie legate al fumo sono: broncopneumopatia cronica ostruttiva, bronchiolite respiratoria con interstiziopatia, polmonite interstiziale desquamativa, maggiore rischio di contrarre la tubercolosi, miocardiopatia, ictus, arteriosclerosi, malattie vascolari periferiche, invecchiamento della pelle, raucedine, carcinoma endometriale soprattutto in donne in menopausa, disfunzioni erettili e impotenza sessuale, caduta dei capelli, carcinoma gastrico, tumori della faringe e della laringe, infiammazione ed ispessimento delle corde vocali, tumori della base del seno, tumore del pancreas, tumori del rene, tumori della vescica, danni alle cartilagini degli arti inferiori, perdita di midollo osseo (mielopenia).

Tale elenco di patologie non deve essere visto come un atto terroristico, ma come un tentativo di accrescere il grado di consapevolezza nel fumatore. Il peggior errore che può compiere un fumatore o una fumatrice è pensare di essere in qualche modo immune da tali patologie.

Danni da fumo passivo

Il fumo passivo può essere persino più pericoloso di quello attivo. In effetti, esso può provocare le stesse patologie di quello attivo; ciò dipende dal grado e dai tempi di esposizione al fumo passivo.

In gravidanza, il fumo danneggia anche il feto: riduce la probabilità di rimanere incinta, aumenta il rischio di aborto, aumenta la probabilità che il nascituro sia affetto da gravi patologie, prima fra tutte la malattia di Legg-Perthes (deformazione dell'anca).